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Visualizzazione dei post da 2023

40 anni di Internet: Cosa non ha funzionato e perché

Leggo molti documenti tecnico-scientifici per lavoro e, in parte, per "piacere". Molti sono interessanti, alcuni molto interessanti. E' raro che trovi un documento che mi appare illuminante. Questo indicato sotto è uno dei pochi documenti in questa categoria. Sembra banale, in quanto è molto discorsivo e parla di molte cose note: IP, DNS, NAT.... In realtà è profondissimo. Una miniera di riflessioni profonde, sintetiche, focalizzate ed, appunto, illuminanti. A mio parere imperdibile per chiunque abbia un qualche interesse negli aspetti tecnici di Internet. Chi non ha la pazienza di leggerlo per intero, legga almeno gli ultimi due paragrafi. Failed Expectations (l'autore, Geoff Houston , fa parte della Internet Hall of Fame )

Il patch che non era un patch

Quanto segue è un patetico quanto inutile tentativo di distrarmi e non pensare alla pessima prestazione calcistica di ieri sera, decisamente non all'altezza dell'evento e dei nostri gloriosi colori. Nella lezione di "Computer Networks and Principles of Cybersecurity" di ieri, mi è stata posta la domanda " E' possibile che un patch introduca nuove vulnerabilità? ". La mia risposta è stata affermativa, ho evidenziato che un patch è un software, quindi può introdurre errori, vulnerabilità, può fare riemergere errori o vulnerabilità presenti e risolti in versioni precedenti, può correggere la specifica vulnerabilità presumibilmente risolta da quel patch solo in parte. Non è frequente, ma può accadere ed è quindi una possibilità da tenere presente. Uno dei numerosi motivi che rendono così complessa la gestione delle vulnerabilità è anche questo. Stamattina ho letto un esempio molto interessante di quanto abbiamo detto. Pochissime settimane fa Microsoft ha ril

ChatGPT: supererebbe il mio esame di Reti di Calcolatori?

Molto probabilmente chi ha a che fare con i corsi di laurea scientifici e tecnologici, come me, ha preso atto della notizia che ChatGPT ha superato esami universitari in giurisprudenza ed economia con un pò, diciamo così, di sufficienza. Pensando "da noi non potrebbe mai succedere; figuriamoci". E' quello che ho pensato io. Poi però ho fatto a ChatGPT qualche domanda di Reti di Calcolatori. Ho quasi cambiato idea. "Quasi" perché nello scritto di Reti di Calcolatori faccio sempre esercizi. Pur non avendoli sottoposti a ChatGPT sono certo che questi esercizi non li sa risolvere. Ma alle "domande tipiche da orale" ha fornito risposte che mi hanno davvero stupefatto. Riporto qui sotto solo un esempio di "dialogo", relativo a validazione di firma digitale e certificati auto-firmati. Risposte sostanzialmente corrette e pertinenti, molto più sintetiche e focalizzate di quelle che ricevo normalmente. E più rapide. Alla fine ha riconosciuto di esser

ChatGPT: davvero è così importante sapere se un testo è stato scritto da un essere umano?

Nelle ultime settimane probabilmente avete sentito parlare di ChatGPT: un sistema basato su un’intelligenza artificiale, con il quale si interagisce via chat e dal quale si ottengono risposte difficilmente distinguibili da quelle che fornirebbe un essere umano. ChatGPT è in grado di fornire risposte lunghe e ben argomentate a pressoché qualsiasi domanda o richiesta scritta. È difficile rendersi pienamente conto dell’importanza di questa tecnologia senza aver visto esempi del suo uso. Se non avete mai visto ChatGPT all’opera, vi basti sapere che ha superato esami di legge e di economia in alcune università americane. (continua su saperescienza )

"Ingegneria deve essere difficile"

Il ritaglio di giornale qui sotto ricorda uno degli eventi più non-trovo-un-aggettivo-appropriato del mio periodo di studente di Ingegneria a Pisa. Ricordo che una mattina iniziò a spargersi la voce "hanno murato la porta del dipartimento!".  Andammo subito a vedere ed arrivammo un pò prima dei giornalisti che scattarono questa foto. La porta era murata, intonacata, pitturata di bianco e sovrastata da una scritta "INGEGNERIA DEVE ESSERE DIFFICILE". Le "E" di "INGEGNERIA" erano scritte al contrario perché era una sorta di "marchio di fabbrica" della facoltà di Ingegneria di Pisa. L'aula più grande, quella in cui pressoché tutti gli studenti seguivano i corsi dei primi anni, aveva infatti alcuni bellissimi "affreschi scherzosi" che furono fatti nel corso delle proteste studentesche di qualche anno prima ed in cui la parola "Ingegneria" era appuntoi scritta in quel modo. Si era anche già sparsa la voce di cosa era