Il ritaglio di giornale qui sotto ricorda uno degli eventi più non-trovo-un-aggettivo-appropriato del mio periodo di studente di Ingegneria a Pisa.
Ricordo che una mattina iniziò a spargersi la voce "hanno murato la porta del dipartimento!".
Andammo subito a vedere ed arrivammo un pò prima dei giornalisti che scattarono questa foto. La porta era murata, intonacata, pitturata di bianco e sovrastata da una scritta "INGEGNERIA DEVE ESSERE DIFFICILE". Le "E" di "INGEGNERIA" erano scritte al contrario perché era una sorta di "marchio di fabbrica" della facoltà di Ingegneria di Pisa. L'aula più grande, quella in cui pressoché tutti gli studenti seguivano i corsi dei primi anni, aveva infatti alcuni bellissimi "affreschi scherzosi" che furono fatti nel corso delle proteste studentesche di qualche anno prima ed in cui la parola "Ingegneria" era appuntoi scritta in quel modo.
Si era anche già sparsa la voce di cosa era accaduto esattamente. Alcuni studenti si erano organizzati per rimanere la notte nascosti nello sterminato edificio della facoltà (pare nascondendosi nei bagni) ed equipaggiati di tutto il necessario. Nel corso della notte tirarono su il muro, intonacarono e pitturarono. Fantastico.
Il motivo scatenante della protesta, che spiega il senso della frase e della protesta stessa (poiché "ingegneria deve essere difficile" vi rendiamo difficile anche entrare in ufficio) pare che fosse stato un commento di un docente in una discussione fatta pochi giorni prima in consiglio di facoltà. Pare che di fronte alle lamentele degli studenti nei confronti dell'eccessiva difficoltà di alcuni esami, questo docente avesse risposto qualcosa come "Ingegneria è sempre stata difficile ed è giusto che sia difficile". Il che, appunto, scatenò la sequenza di eventi che portò alla porta murata.
Qualche mio commento personale.
Il docente a cui fu attribuito quel commento per me era un mito e continua ad esserlo, dopo tanti anni e dopo essermi trovato io dall'altra parte della barricata. Aveva un modo di fare con gli studenti molto brusco e di pochissime parole, ma spiegava benissimo, aveva un'enorme attenzione alla didattica ed era sempre correttissimo con gli studenti. Mi illudo di essergli simile, da questo punto di vista.
Non ero presente alla discussione quindi non so come fossero andate effettivamente le cose, ma sono certissimo che quel suo commento fosse stato estrapolato da un contesto più ampio. Anche io sottoscriverei senza la minima esitazione l'affermazione "è giusto che Ingegneria sia difficile". La tecnologia è oggettivamente "difficile"; negare questo dato di fatto significa danneggiare gli studenti.
Detto questo, effettivamente avevamo dei docenti che facevano lezioni ed esami in un modo del tutto inaccettabile. Ricordo, ad esempio, una dimostrazione di un teorema in cui la lezione del mercoledi mattina terminò con la dimostrazione della "condizione necessaria". Facemmo lezione di altri corsi tutto il mercoledi pomeriggio, tutto giovedi mattina e pomeriggio, tutto venerdi mattina e pomeriggio, sabato mattina (esatto: sabato mattina). Le prime parole pronunciate il lunedi mattina da quello stesso docente, dandoci le spalle e dopo avere cancellato la lavagna furono: "dimostriamo adesso che è anche sufficiente".
Purtroppo temo che le frasi scritte dagli studenti all'epoca (vedi parte finale della didascalia nella foto) siano vere ancora oggi. Su questo punto meglio che non scriva cosa penso. Mi limito a suggerire di dare un'occhiata alla parte finale di questo post, da dove dice "per chi non conosce...".
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