Passa ai contenuti principali

NON cambiate frequentemente la password!

Da qualche tempo l'applicativo che usiamo in Università per la verbalizzazione degli esami mostra un avviso in cui consiglia di "cambiare frequentemente la password per sicurezza":

Questo suggerimento è in conflitto con i suggerimenti che ho dato più e più volte nei mesi scorsi, a centinaia di persone diverse, in vari contesti diversi (compreso un corso di formazione che ho fatto per tutto il personale tecnico-amministrativo del nostro ateneo).

Mi sento quindi obbligato a ribadire che si tratta di un consiglio da non seguire.
  1. Il National Cyber Security Center del Regno Unito (organo che fornisce linee guida di cyber security alla pubblica amministrazione del Regno Unito ed il cui sito web è semplicemente fantastico), dice a proposito delle password che: "Regular password changing harms rather than improves security, so avoid placing this burden on users", cioè "cambiare la password regolarmente danneggia la sicurezza invece di migliorarla: evitate quindi di dare agli utenti questa incombenza".
  2. Il National Institute of Standard Technologies degli Stati Uniti afferma nelle "Digital Identity Guidelines" che occorre "Remove periodic password change requirements" (in questi giorni i siti governativi degli USA, compreso il NIST, sono inaccessabili a causa dello shutdown, quindi queste indicazioni non si possono reperire direttamente, comunque basta cercare un pò su Google e si trovano indicazioni su queste guidelines, ad esempio qui).
Potrei proseguire ma mi fermo qui.

Ovviamente, quando si viene a conoscenza di una intrusione in un sito web, ad esempio attraverso i mezzi di comunicazione, oppure perché ci informa il sito stesso, oppure attraverso un servizio di alert specializzato, allora occorre cambiare la password del sito coinvolto.

Ma sforzarsi di cambiare la password regolarmente "per motivi di sicurezza", no (a meno di non essere amministratore di una rete aziendale Windows, ma questo è tutto un altro discorso).

Le cose da fare sono altre, principalmente evitare il riuso delle password, cioè l'uso della stessa password in più siti importanti.

Appendice: perchè è un suggerimento da non seguire?

Il dato di fatto da cui partire è che il riuso delle password è il rischio di gran lunga più importante.

E' ormai diventato evidente che se gli utenti sono obbligati a cambiare frequentemente la password, allora è mooooolto probabile che arrivino ad usare la stessa password più o meno ovunque (perché altrimenti non riescono a ricordarla). Quindi invece di avere un vantaggio si finisce con l'avere un maggiore rischio.

In teoria cambiare la password frequentemente sarebbe cosa buona e giusta. Ma solo se la password è anche univoca e anche difficile da indovinare per un attaccante. Se uno riesce a soddisfare questi tre requisiti, ad esempio usando sistematicamente un software password manager (il che rende più semplice soddisfare questi requisiti ma non lo rende automatico), allora fa benissimo a cambiare la password regolarmente.

In pratica, pressoché nessuno riesce a soddisfare questi tre requisiti. Di conseguenza, bisogna scegliere il compromesso migliore, cioè quello a minore rischio. Minore rischio significa evitare assolutamente il riuso e cercare di renderla difficile da indovinare.

Appendice: e se sono obbligato a farlo?

Il nostro paese ha delle norme che impongono ai gestori di servizi che trattano dati di una certa tipologia di imporre il cambio della password ad intervalli di tempo regolari, dell'ordine dei mesi (è difficile sperare che queste norme siano aggiornate rimuovendo tale obbligo).

In questi casi il gestore del servizio impone una scadenza temporale forzando quindi l'utente a scegliere una nuova password, al primo login successivo a tale scadenza.

Soddisfare un obbligo normativo è però cosa ben diversa da suggerire attivamente agli utenti di cambiare regolarmente la password, lanciando il messaggio che questo comportamento è benefico per la sicurezza.




Commenti

Popular Posts

"Ingegneria deve essere difficile"

Il ritaglio di giornale qui sotto ricorda uno degli eventi più non-trovo-un-aggettivo-appropriato del mio periodo di studente di Ingegneria a Pisa. Ricordo che una mattina iniziò a spargersi la voce "hanno murato la porta del dipartimento!".  Andammo subito a vedere ed arrivammo un pò prima dei giornalisti che scattarono questa foto. La porta era murata, intonacata, pitturata di bianco e sovrastata da una scritta "INGEGNERIA DEVE ESSERE DIFFICILE". Le "E" di "INGEGNERIA" erano scritte al contrario perché era una sorta di "marchio di fabbrica" della facoltà di Ingegneria di Pisa. L'aula più grande, quella in cui pressoché tutti gli studenti seguivano i corsi dei primi anni, aveva infatti alcuni bellissimi "affreschi scherzosi" che furono fatti nel corso delle proteste studentesche di qualche anno prima ed in cui la parola "Ingegneria" era appuntoi scritta in quel modo. Si era anche già sparsa la voce di cosa era

Il patch che non era un patch

Quanto segue è un patetico quanto inutile tentativo di distrarmi e non pensare alla pessima prestazione calcistica di ieri sera, decisamente non all'altezza dell'evento e dei nostri gloriosi colori. Nella lezione di "Computer Networks and Principles of Cybersecurity" di ieri, mi è stata posta la domanda " E' possibile che un patch introduca nuove vulnerabilità? ". La mia risposta è stata affermativa, ho evidenziato che un patch è un software, quindi può introdurre errori, vulnerabilità, può fare riemergere errori o vulnerabilità presenti e risolti in versioni precedenti, può correggere la specifica vulnerabilità presumibilmente risolta da quel patch solo in parte. Non è frequente, ma può accadere ed è quindi una possibilità da tenere presente. Uno dei numerosi motivi che rendono così complessa la gestione delle vulnerabilità è anche questo. Stamattina ho letto un esempio molto interessante di quanto abbiamo detto. Pochissime settimane fa Microsoft ha ril

Perché studiare Analisi Matematica???

Un mio caro amico mi ha scritto: ...sono con mia figlia che studia Analisi 1...A cosa serve, al giorno d'oggi, studiare Analisi (a parte sfoltire i ranghi degli aspiranti ingegneri)? Riporto la mia risposta di seguito, forse può "motivare" qualche altro studente. ... Per un ingegnere la matematica è fondamentale perché è un linguaggio ; ed è il linguaggio essenziale per trattare gli argomenti che dovrà affrontare come ingegnere; non sono importanti i contenuti specifici; è importante, anzi fondamentale, che riesca a capirli, ricostruirli etc. ad esempio, chi deve usare l'inglese, lo usa perché in un modo o nell'altro lo conosce; nessuno di noi ha usato esattamente le frasi o i dialoghi o le regole che ha incontrato negli esercizi di inglese o di tedesco; nella matematica è lo stesso; non sono importanti i limiti, le serie, i teoremi di cauchy o che so io; ma se uno non è in grado di capire quel linguaggio allora non sarà in grado di capire davvero quas

40 anni di Internet: Cosa non ha funzionato e perché

Leggo molti documenti tecnico-scientifici per lavoro e, in parte, per "piacere". Molti sono interessanti, alcuni molto interessanti. E' raro che trovi un documento che mi appare illuminante. Questo indicato sotto è uno dei pochi documenti in questa categoria. Sembra banale, in quanto è molto discorsivo e parla di molte cose note: IP, DNS, NAT.... In realtà è profondissimo. Una miniera di riflessioni profonde, sintetiche, focalizzate ed, appunto, illuminanti. A mio parere imperdibile per chiunque abbia un qualche interesse negli aspetti tecnici di Internet. Chi non ha la pazienza di leggerlo per intero, legga almeno gli ultimi due paragrafi. Failed Expectations (l'autore, Geoff Houston , fa parte della Internet Hall of Fame )

ChatGPT: supererebbe il mio esame di Reti di Calcolatori?

Molto probabilmente chi ha a che fare con i corsi di laurea scientifici e tecnologici, come me, ha preso atto della notizia che ChatGPT ha superato esami universitari in giurisprudenza ed economia con un pò, diciamo così, di sufficienza. Pensando "da noi non potrebbe mai succedere; figuriamoci". E' quello che ho pensato io. Poi però ho fatto a ChatGPT qualche domanda di Reti di Calcolatori. Ho quasi cambiato idea. "Quasi" perché nello scritto di Reti di Calcolatori faccio sempre esercizi. Pur non avendoli sottoposti a ChatGPT sono certo che questi esercizi non li sa risolvere. Ma alle "domande tipiche da orale" ha fornito risposte che mi hanno davvero stupefatto. Riporto qui sotto solo un esempio di "dialogo", relativo a validazione di firma digitale e certificati auto-firmati. Risposte sostanzialmente corrette e pertinenti, molto più sintetiche e focalizzate di quelle che ricevo normalmente. E più rapide. Alla fine ha riconosciuto di esser