A Reti II parliamo da anni del problema del riutilizzo dei numeri di sequenza.
I numeri di sequenza sono espressi su 32 bit, pertanto se su una connessione sono trasmessi più di 4GB, allora è necessario associare lo stesso numero a più byte diversi.
La radice del problema sta nel fatto che l'aritmetica di un calcolatore è finita, nel senso che può rappresentare un insieme finito di valori V, mentre l'insieme di entità che occorre associare ad un identificatore unico può avere cardinalità superiore a quella di V.
Evidentemente lo stesso problema si può verificare in moltissimi altri contesti diversi dall'implementazione di TCP.
Questo è un esempio:
A jail risk of 2^31 in Colorado
I numeri di sequenza sono espressi su 32 bit, pertanto se su una connessione sono trasmessi più di 4GB, allora è necessario associare lo stesso numero a più byte diversi.
La radice del problema sta nel fatto che l'aritmetica di un calcolatore è finita, nel senso che può rappresentare un insieme finito di valori V, mentre l'insieme di entità che occorre associare ad un identificatore unico può avere cardinalità superiore a quella di V.
Evidentemente lo stesso problema si può verificare in moltissimi altri contesti diversi dall'implementazione di TCP.
Questo è un esempio:
A jail risk of 2^31 in Colorado
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