Lo studio di Internet è molto diverso dallo studio di Analisi I o di Fisica II. Internet fa parte della nostra esperienza quotidiana immediata, altre discipline sono più lontane dall'esperienza quotidiana o ne sono parte ma non ce ne accorgiamo.
Ciò rende potenzialmente più "appassionante" lo studio di Internet, ma rende anche l'impostazione didattica molto complicata. Analizzare gli argomenti di Internet esattamente come si verificano nella realtà sarebbe didatticamente disastroso. In ogni argomento si mescolano infatti:
- elementi necessari per il funzionamento e fondamentali per la comprensione;
- elementi non necessari per il funzionamento e/o non fondamentali per la comprensione;
- inutili (anche se non ci fossero non cambierebbe nulla);
- dannosi (renderebbero il sistema più efficiente se non ci fossero);
- non fondamentali per la comprensione (necessari per motivi non tecnici o per motivi tecnici irrilevanti);
- duplicati (più elementi che risolvono lo stesso problema);
Molto spesso, inoltre, ci sono anche elementi che:
- si studiano successivamente;
- si studiano in un corso successivo;
- non si studiano;
Un approccio "completamente pratico", quindi, avrebbe l'effetto di fornire una idea estremamente nebulosa sul come funzionano le cose e perché sono state fatte in quel modo. Effetto didatticamente disastroso. Come risolvere questo enorme problema didattico?
Una possibilità potrebbe essere quella di prendere l'approccio opposto: impostare il corso in modo "completamente teorico", prescindendo completamente dall'esperienza quotidiana. Anche questo approccio secondo me è sbagliato, seppur migliore dell'altro.
Cerco quindi di fare un compromesso tra i due estremi. Cerco di individuare per ogni argomento il sottoinsieme delle informazioni necessarie e fondamentali. Per me è molto complicato e faticoso, ve lo garantisco, ma in questo modo si dovrebbe riuscire a capire meglio il come ed il perché.
Ovviamente quando lo studente cerca di fare la corrispondenza tra quanto fatto a lezione e l'esperienza quotidiana mancano sempre alcuni elementi, pochi o molti ma mancano. A me sembra comunque il male minore, un buon compromesso tra tutti i vincoli e gli obbiettivi.
Ovviamente quando lo studente cerca di fare la corrispondenza tra quanto fatto a lezione e l'esperienza quotidiana mancano sempre alcuni elementi, pochi o molti ma mancano. A me sembra comunque il male minore, un buon compromesso tra tutti i vincoli e gli obbiettivi.
E' importantissimo che lo studente si faccia sempre domande e cerchi sempre di mettere in corrispondenza quanto visto a lezione con l'esperienza quotidiana. Importantissimo. Occorre però essere consapevoli che la corrispondenza sarà sempre parziale e non del tutto accurata, per i motivi discussi. Occorre inoltre evitare di cadere nell'approccio "questo non lo capisco, quindi non sarà importante o sarà troppo complicato per me"---in questo modo non si capisce nulla. Purtroppo a priori uno non sa se un aspetto sfugge perché è giusto che sfugga oppure perché non lo si è capito o non ci si è riflettuto abbastanza. Studiare è impegnativo, c'è poco da fare.
Ultima osservazione. In ogni argomento cerco di semplificare fornendo parte delle informazioni; quasi mai fornisco informazioni diverse dalla realtà.
A volte mi capita di restringere troppo il sottoinsieme ed effettivamente manca qualcosa, in quel caso cerco di integrare. Questo problema però capita di rado, solo quando faccio modifiche significative al programma. In alcuni casi, pochissimi, invece di descrivere una parte della verità scelgo di descrivere una cosa leggermente diversa dalla verità.
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