Passa ai contenuti principali

Esperienza con la PEC: com'è andata a finire

Nel post precedente avevo descritto una "Esperienza (poco consolante) con la PEC". Concludevo in questo modo:

Vedo due possibili spiegazioni per questa vicenda:
  1. Non è un tentativo di attacco. Al contrario di quanto mi è stato detto dall'assistenza, il rinnovo del mio abbonamento PEC ha provocato l'invio automatico di un allegato PDF (magari a causa dell'adeguamento di Aruba alla GDPR) e questo invio è stato catalogato erroneamente come mia richiesta di assistenza.
  2. E' un tentativo di attacco.
Non ho elementi sufficienti per affermare con ragionevole certezza se siamo nel caso 1 o nel caso 2.

Posso però affermare con certezza che se siamo nel caso 1 allora l'assistenza clienti ed il processo di gestione di queste tematiche da parte di Aruba lascia molto a desiderare (eufemismo).

Successivamente alla pubblicazione del mio post ci sono state varie interazioni che hanno chiarito la vicenda.

In breve: eravamo nel caso 1: il mail sospetto non era un attacco. L'assistenza clienti si era sbagliata ripetutamente: era un email inviatomi veramente da Aruba (per un motivo che non c'entrava nulla con la PEC). Il chiarimento telefonico avvenuto il giorno successivo al mio post ha chiarito tutto, sottolineando che la loro assistenza clienti non aveva gestito la pratica in modo appropriato. Hanno anche suggerito, in maniera molto pacata ed educata, che io avrei potuto accorgermi della legittimità del messaggio email. Su questo non sono d'accordo (chi vuole legga più sotto), ma sono rimasto completamente soddisfatto dalla cortesia e dalla chiarezza della persona che mi ha contattato.

Ciò premesso, segue la descrizione dettagliata di cosa è accaduto per chi è interessato.

Il giorno 12 Novembre, dopo avere rinnovato la PEC con Aruba, ricevo un credito da spendere sul sito "pratiche.it". Ad un'occhiata superficiale mi è sembrato interessante quindi mi sono iscritto ed ho inserito i miei dati personali. Dopo un'occhiata più approfondita mi sono reso conto che il servizio non faceva per me. Invece di dimenticarmi semplicemente del sito, ho deciso di cancellare il mio account. Lasciare i miei dati personali in un sito che serve per chiedere certificati, visure etc ha senso se ho intenzione di usarlo; se non ho intenzione di usarlo è una cosa da non fare. Ho quindi deciso di cancellare il mio account seguendo le istruzioni indicate: cioè inviando un email a "info@pratiche.it".

Questi mi hanno risposto dicendo "deve inviare una mail a questi indirizzi: privacy@staff.aruba.it e dpo@staff.aruba.it". Al che mi sono un pò irritato ed ho risposto in questo modo:


C'è stato un breve ping-pong via email ("so che non dipende da lei, ma allora scrivete sul sito "inviate due email agli indirizzi X e Y", non "inviate un email all'indirizzo Z"".) ma mi sono arreso rapidamente perché non ci capivamo. Ho quindi inviato gli email richiesti:


Questo il 12 Novembre. Il mail sospetto è arrivato il 20 Novembre.

Ovviamente tra il 12 e il 20 ho fatto molte cose e "pratiche.it" (nota bene: pratiche.it, non Aruba) non era in cima ai miei pensieri. Ormai lo avevo rimosso dalla testa, per ovvi motivi. In quell'intervallo di tempo ho ricevuto circa 180 (centoottanta) email. Ovviamente non posso ricordare gli indirizzi email di tutti quelli che mi scrivono. Quando invio un email da cui attendo risposta ho un meccanismo per controllare periodicamente se la risposta è arrivata. Nel caso di pratiche.it non avevo attivato questo meccanismo. Non mi è sembrato indispensabile, lo ammetto. E, lo ammetto, non ricordavo che mi sarebbe dovuta arrivare una risposta da due indirizzi email di Aruba.

A questo punto il 19 Novembre c'è una intrusione massiva nella PEC di un provider non specificato (che comunque pare non essere il mio).

Il 20 Novembre ricevo un email dal mio provider PEC in cui, senza fare minimamente cenno a pratiche.it, mi viene detto "per verificare la sua richiesta relativa ad Informazioni commerciali su: Reclami / altro...deve riempire il file PDF in allegato". Non essendo dotato di capacità telepatiche (e non immaginando minimamente quanto fosse difficile togliere da pratiche.it dati che sono così semplici da inserire; per inserirli non mi hanno fatto riempire nessun modulo PDF) mi sono insospettito e mi sono comportato come ho descritto nel post precedente.

Alla fine tutto si è tradotto principalmente in una perdita di tempo.


Commenti

Popular Posts

"Ingegneria deve essere difficile"

Il ritaglio di giornale qui sotto ricorda uno degli eventi più non-trovo-un-aggettivo-appropriato del mio periodo di studente di Ingegneria a Pisa. Ricordo che una mattina iniziò a spargersi la voce "hanno murato la porta del dipartimento!".  Andammo subito a vedere ed arrivammo un pò prima dei giornalisti che scattarono questa foto. La porta era murata, intonacata, pitturata di bianco e sovrastata da una scritta "INGEGNERIA DEVE ESSERE DIFFICILE". Le "E" di "INGEGNERIA" erano scritte al contrario perché era una sorta di "marchio di fabbrica" della facoltà di Ingegneria di Pisa. L'aula più grande, quella in cui pressoché tutti gli studenti seguivano i corsi dei primi anni, aveva infatti alcuni bellissimi "affreschi scherzosi" che furono fatti nel corso delle proteste studentesche di qualche anno prima ed in cui la parola "Ingegneria" era appuntoi scritta in quel modo. Si era anche già sparsa la voce di cosa era

Il patch che non era un patch

Quanto segue è un patetico quanto inutile tentativo di distrarmi e non pensare alla pessima prestazione calcistica di ieri sera, decisamente non all'altezza dell'evento e dei nostri gloriosi colori. Nella lezione di "Computer Networks and Principles of Cybersecurity" di ieri, mi è stata posta la domanda " E' possibile che un patch introduca nuove vulnerabilità? ". La mia risposta è stata affermativa, ho evidenziato che un patch è un software, quindi può introdurre errori, vulnerabilità, può fare riemergere errori o vulnerabilità presenti e risolti in versioni precedenti, può correggere la specifica vulnerabilità presumibilmente risolta da quel patch solo in parte. Non è frequente, ma può accadere ed è quindi una possibilità da tenere presente. Uno dei numerosi motivi che rendono così complessa la gestione delle vulnerabilità è anche questo. Stamattina ho letto un esempio molto interessante di quanto abbiamo detto. Pochissime settimane fa Microsoft ha ril

Perché studiare Analisi Matematica???

Un mio caro amico mi ha scritto: ...sono con mia figlia che studia Analisi 1...A cosa serve, al giorno d'oggi, studiare Analisi (a parte sfoltire i ranghi degli aspiranti ingegneri)? Riporto la mia risposta di seguito, forse può "motivare" qualche altro studente. ... Per un ingegnere la matematica è fondamentale perché è un linguaggio ; ed è il linguaggio essenziale per trattare gli argomenti che dovrà affrontare come ingegnere; non sono importanti i contenuti specifici; è importante, anzi fondamentale, che riesca a capirli, ricostruirli etc. ad esempio, chi deve usare l'inglese, lo usa perché in un modo o nell'altro lo conosce; nessuno di noi ha usato esattamente le frasi o i dialoghi o le regole che ha incontrato negli esercizi di inglese o di tedesco; nella matematica è lo stesso; non sono importanti i limiti, le serie, i teoremi di cauchy o che so io; ma se uno non è in grado di capire quel linguaggio allora non sarà in grado di capire davvero quas

40 anni di Internet: Cosa non ha funzionato e perché

Leggo molti documenti tecnico-scientifici per lavoro e, in parte, per "piacere". Molti sono interessanti, alcuni molto interessanti. E' raro che trovi un documento che mi appare illuminante. Questo indicato sotto è uno dei pochi documenti in questa categoria. Sembra banale, in quanto è molto discorsivo e parla di molte cose note: IP, DNS, NAT.... In realtà è profondissimo. Una miniera di riflessioni profonde, sintetiche, focalizzate ed, appunto, illuminanti. A mio parere imperdibile per chiunque abbia un qualche interesse negli aspetti tecnici di Internet. Chi non ha la pazienza di leggerlo per intero, legga almeno gli ultimi due paragrafi. Failed Expectations (l'autore, Geoff Houston , fa parte della Internet Hall of Fame )

ChatGPT: supererebbe il mio esame di Reti di Calcolatori?

Molto probabilmente chi ha a che fare con i corsi di laurea scientifici e tecnologici, come me, ha preso atto della notizia che ChatGPT ha superato esami universitari in giurisprudenza ed economia con un pò, diciamo così, di sufficienza. Pensando "da noi non potrebbe mai succedere; figuriamoci". E' quello che ho pensato io. Poi però ho fatto a ChatGPT qualche domanda di Reti di Calcolatori. Ho quasi cambiato idea. "Quasi" perché nello scritto di Reti di Calcolatori faccio sempre esercizi. Pur non avendoli sottoposti a ChatGPT sono certo che questi esercizi non li sa risolvere. Ma alle "domande tipiche da orale" ha fornito risposte che mi hanno davvero stupefatto. Riporto qui sotto solo un esempio di "dialogo", relativo a validazione di firma digitale e certificati auto-firmati. Risposte sostanzialmente corrette e pertinenti, molto più sintetiche e focalizzate di quelle che ricevo normalmente. E più rapide. Alla fine ha riconosciuto di esser